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Sedici anni -Capitolo 3

 
Post #1


Sedici anni -Capitolo 3Capitolo 3Penso di non aver mai curato tanto teneramente un oggetto come la collana che mi aveva dato Alessandro. Poiché me lo aveva messa al collo non me la tolsi mai, la portai a letto, ci feci la doccia la mattina dopo e la tenni vicino al cuore ogni secondo della giornata. Ma ero un po? incerto su cosa dire o fare quando qualcuno l?avesse vista. La mia famiglia o i miei amici mi avrebbero visto prima o poi a torso nudo e mi avrebbero chiesto dove l?avevo presa. Poiché non avevo la ragazza avrei dovuto inventare una bella storia. Oh bene, mi sarei preoccupato quando fosse arrivato quel giorno.Quel pomeriggio dovevo andare in visita da alcuni parenti con la mia famiglia... grrrrrr. Era una cosa tipo picnic in un parco ma sapevo come sarebbe finita: avrei passato la giornata con le guance pizzicate da adulti che pensavano che avessi ancora 10 anni e con marmocchi che correvano selvaggiamente. Mi sarebbe piaciuto passare la giornata con Alessandro, ma lui doveva lavorare. Dovevamo chiedere di lavorare nello stesso turno così non saremmo mai stati separati? No, questo avrebbe sollevato dei sospetti. Il telefono trillò ed io mi dimenai sul letto per andare a rispondere."Cosa hai in programma, amico?" Disse Alessandro col suo solito tono spensierato."Indovina! Ora sto parlando con te, ma devo passare la giornata con la famiglia.""Eeeiiii" Rispose ridendo."Io piuttosto passerei la giornata con te.... a letto" Dissi libidinosamente.Lo sentii sospirare piano all?altro capo del telefono e mi immaginai il suo sorriso. Mi sdraiai e mi misi comodo sul letto. Ce l?avevo dannatamente duro e non potendo far altro che parlare con Alessandro era deprimente."E cosa faremmo a letto?" Chiese lui anticipando la risposta."Hmmmmm.... beh, saremmo nudi... io mi metterei su di te e spingerei la lingua nella tua gola, strofinerei il cazzo contro il tuo finché tu non saresti tutto bagnato e pronto a sborrare.""Oh maledizione" Disse lui respirando forte: "Darei qualsiasi cosa per sentire adesso il tuo uccello su di me. O ancor meglio, sentirlo nella mia bocca. Tu non hai idea che buon sapore abbia il tuo pene ed il tuo sperma è anche meglio!"Ragazzi! Alessandro avrebbe potuto infilarmi un bastone in un occhio e non mi sarei incazzato sapendo che era stato lui! Era come fare sesso telefonico senza dovere pagare. Avrei voluto abbassarmi i boxer e farmi una sega mentre gli parlavo ma, con mio fratello tredicenne Matteo in giro per casa era troppo rischioso."Tu non sai quanto darei per essere con te oggi. Starti lontano mi fa star male" Dissi."Beh... forse potresti trasferirti da me, così potremmo fare l?amore ogni notte."La sola idea mi spinse quasi a venire."Sai una cosa" Continuò: "È da tempo che mi piacciono i ragazzi ma non avrei mai pensato di farlo fino in fondo. Ma quella prima notte ero troppo innamorato di te, ti volevo dannatamente dentro di me, avrei ucciso per averti. In quel momento hai trasformato il mio sogno in realtà!"Feci rotolare l?anello che avevo al collo tra le dita e chiusi gli occhi. Alessandro era il mio sogno diventato realtà ed ero così toccato dalle sue parole che pensai di essere sul punto di piangere. Trattenni le lacrime e gli dissi piano con voce emozionata: ?Ti amo troppo, Alessandro.""Anch?io ti amo" Rispose: "Ora devo andare ma non vedo l?ora di sentire ancora il tuo corpo contro il mio."Ci salutammo e riattaccammo nel momento in cui Matteo entrava nella stanza per dirmi di affrettarmi, era ora di partire. Devo dire che il picnic non fu così orribile ma, dopo mangiato, mi allontanai per stare un po? da solo. Seguii dei sentieri lungo il fiume e presto mi trovai lontano da tutti. Era un giorno molto caldo così mi tolsi la t-shirt e continuai a camminare. Attraversai il fiume saltellando sulle pietre ed alla fine mi sedetti in un posto tranquillo a pensare. Mentre guardavo di nuovo l'anello pensai che io non avevo niente di un valore così emotivo da dare ad Alessandro, lui probabilmente mi aveva dato ciò che aveva di maggior valore per dimostrarmi il suo amore, quello che potevo dargli io era stargli vicino. Rimasi là per la maggior parte del pomeriggio, ascoltando i rumori del bosco e guardando il fiume che scorreva lento. Poi venne l?ora di tornare a casa.Eravamo arrivati da poco quando il telefono suonò. Era Alessandro, ma non aveva la sua solita voce sexy. Sembrava colto dal panico e mi disse di andare subito da lui. Cosa poteva essere successo per sconvolgerlo così? Presi la bicicletta, corsi a casa sua ed entrai senza bussare. Sembrava non ci fosse nessuno. Corsi alla porta della sua stanza e trovai Alessandro che camminava nervosamente; mi guardò e vidi una paura tremenda nei suoi occhi. Mi bloccai, incerto su cosa dire, non lo avevo mai visto in quello stato. Mi tirò dentro e chiuse la porta a chiave come se si aspettasse che qualcuno si intromettesse.?Cosa succede, sembra che tu abbia visto un fantasma", dissi sedendomi sul letto mentre lui continuava a camminare."Merda, è tutto finito, sono morto, lui non sa che parlavo con te, oh merda!" Balbettò."Cosa c?é? Cos?è così orribile?" Dissi tentando di indagare cosa gli bruciava dentro."Questa mattina.... quando eravamo al telefono...." Cercava di dirlo ma sembrava non ci riuscisse."Cosa!" Dissi impaziente."Ho riattaccato... mi sono voltato.... e Cristian era sulla porta..... mi stava fissando senza parlare."Fu allora che la serietà della situazione mi colpì come un camion di mattoni. Cristian aveva sentito Alessandro che parlava di fare sesso con me. Lui sapeva!Cristian era l?amico di Alessandro, si erano incontrati alcuni anni prima giocando a calcio. Cristian era un bel ragazzo ed era macho dalla testa ai piedi. Non che Alessandro ed io fossimo completamente gay, eravamo ambedue bisex, ma Cristian era determinato a provare al mondo che era al 100% etero. Ed ora lui sapeva che Alessandro non era completamente etero.Alessandro si sedette sul letto vicino a me e si prese la testa tra le mani. Era sempre sembrato più giovane della sua età ma ora sembrava un bambino impaurito."Cosa ha fatto?" Chiesi cautamente aspettandomi il peggio."E? rimasto fermo e mi fissava.... poi si è girato e se ne è andato" Spiegò lentamente, come se le azioni di Cristian gli avessero fatto estremamente male: "Ma c?è di peggio" Continuò: "Domani abbiamo una partita io, Cristian ed un gruppo di altri ragazzi. Cosa faccio ora?"Mi guardò con la disperazione negli occhi marroni bagnati. Mi guardava negli occhi sperando in una risposta. Lo circondai con le mie braccia e lo strinsi forte. Quando ci staccammo lui fece un piccolo sorriso e mi sembrò che si fosse calmato."Se fossi in te andrei alla partita. Se ti nascondi sarà peggio, probabilmente gli altri chiederanno dove sei e probabilmente Cristian dirà quello che è accaduto. Siete amici, lui probabilmente non racconterà niente se tu ci sarai e ti comporterai normalmente. Magari lui non si presenterà.? Alessandro era ancora molto preoccupato e ci volle molto per convincendo prima che alla fine si decidesse ad andare. Rimanemmo seduti a guardarci negli occhi. Il suoi occhi bruni da bambino ed erano così pieni di sogni e di desiderio mentre li fissavo.Alessandro mi abbracciò con forza e rimanemmo seduti sul letto stretti. I suoi capelli e la sua pelle avevano un profumo così dolce. Il suo corpo teso cominciò a rilassarsi e le sue mani si mossero lentamente lungo la mia schiena ed intorno alla mia vita. Le mie labbra si aprirono leggermente e le pigiai contro il suo collo, mordicchiando e succhiando la sua pelle di seta. Le sue mani si infilarono sotto la mia t-shirt cominciando a strofinare la mia schiena, modellando delicatamente i miei giovani muscoli. Il nostro respiro divenne pesante mentre gradualmente stavamo aumentando il ritmo. Poi Alessandro mi tolse la t-shirt facendomela passare dalla testa e mentre la lanciava via le nostre labbra si incontrarono in un bacio appassionato. Le nostre bocche si succhiarono l'un l'altra come se stessimo esalando l?ultimo respiro. Mi spinse indietro sul letto e si chinò su di me baciando e strofinando il mio torace senza peli e nudo, la sua lingua leccò i miei capezzoli prima che le sue labbra cominciassero a succhiarli. Le mie mani passavano tra i suoi capelli morbidi, poi afferrai la sua camicia per togliergliela, lui si alzò e quasi se la strappò. Si alzò a sufficienza per lasciar cadere i pantaloncini e le mutande mentre io tentavo freneticamente di aprire la cerniera dei miei cut offs. Calciai via i pantaloncini ed i boxer ed allargai le gambe mentre Alessandro ci scivolava in mezzo. I nostri corpi nudi scivolarono avanti ed indietro mentre noi leccavamo, baciavamo e succhiavamo ogni parte dell'altro. L'adolescente corpo sottile di Alessandro sembrava di fuoco. Lo tirai a me con forza sentendo il calore del suo torace sul mio. Lui stava strusciando il suo cazzo contro la mia erezione e questo mi stava spingendo rapidamente al limite."Alessandro" Ansai: "voglio il tuo sperma!"Lui accolse il suggerimento e si posizionò su di me. Presi in mano la base del suo uccello e gli massaggiai le palle morbide con l'altra. Allargai leggermente le labbra e gli permisi di spingere dentro la sua erezione. Lui sapeva sempre come muovere le anche, sempre così gentile ed aggraziato. Vi avvolsi le labbra, roteai con forza la lingua intorno alla cappella e succhiai più forte di quanto avessi mai fatto mentre lui cominciava a muoversi lentamente dentro e fuori della mia bocca. Stava tenendo in mano il mio pene e leccava con attenzione intorno alla mia cappella. Lentamente abbassò la bocca su di me, scendendo completamente finché non sentii il suo alito sulle mie palle. Tirò indietro la testa fino a metà percorso e cominciò a succhiare al ritmo delle sue anche. Le sue mani strinsero e strofinarono le mie gambe mentre io facevo scivolare le mie mani su e giù sui suoi fianchi e su quel culo liscio e morbido. Cominciò a lamentarsi piano sul mio uccello ed io quasi persi il controllo. Mi tirai indietro e mi concentrai sul suo giovane cazzo nella mia bocca. Succhiai più forte prendendo respiri profondi e tentando di tirarlo più profondamente dentro di me. Il suo dolce liquido pre seminale gocciolava nella mia bocca e scivolava sulla mia lingua. Era più di quanto potessi sopportare, non potevo resistere e cominciai a piagnucolare. Le mie gambe si contorsero intorno alle braccia di Alessandro, le mie mani strinsero le sue anche morbide e le natiche, il mio torace ansimante sotto il suo. L?orgasmo si sviluppò in me da ogni angolo del mio corpo. Sentii il gonfiore nelle mie palle muovendosi lentamente verso il mio cazzo, e poi.... avrei urlato se la carne deliziosa di Alessandro non fosse stata nella mia bocca. Sentii lo sperma spruzzare dal mio pene come una lancia di pompiere. Non riuscivo a controllarmi ma il suo giovane corpo caldo mi tenne contro il letto, il suo attrezzo d?amore rigido si muoveva ancora dentro e fuori della mia bocca. Poi Alessandro si lamentò di nuovo sul mio cazzo super sensibile. Le sue anche ruppero il ritmo ed il suo giovane corpo si tese mentre si vuotava nella mia bocca. Pensai di essere sul punto di svenire, o forse morire per le sensazioni che mi sommergevano. Ero affannato e quasi soffocai tentando di ingoiare tutto il suo carico cremoso. Lentamente la nostra eccitazione sessuale cominciò a diminuire. I nostri corpi si rilassarono e rotolammo sopra i nostri fianchi continuando a succhiare piano il cazzo dell?altro. In breve ci divenne molle ed esaurito e li lasciammo andare. Inalai profondamente come se non avessi respirato per ore.Alessandro cominciò a massaggiare delicatamente l'interno della mia coscia ed io lo guardai negli occhi. Stava sorridendo ed i suoi occhi erano mezzo chiusi, con quell?espressione post orgasmica. Era l'unico modo di essere più grazioso di quanto fosse normalmente.Uscimmo dal letto e ci mettemmo gli shorts. Restammo seduti davanti alla finestra, a piedi nudi e torso nudo, a guardare il tramonto di un giorno pieno di frustrazione, confusione, paura ed alla fine amore. Guardai Alessandro nell'arancione ardente del sole cadente. I suoi capelli brillavano come oro, il suo torace era liscio e caldo nella luce morbida, la sua faccia ardente con quel giovane sorriso. Saremmo restati così tutta la notte senza parlare. I nostri pensieri e cuori potevano dire più di quanto potessero le parole. Vidi una stella cadente rigare il chiaro cielo scuro e presi delicatamente la mano di Alessandro nella mia.Il giorno seguente era caldo e soleggiato, chiaramente ogni giorno era sembrato così fin dalla notte in cui io ed Alessandro ci eravamo innamorati. Uno di quei giorni fatti per pantaloncini e magliette. Indossavo occhiali da sole, un sorriso enorme e mi sentivo più leggero dell?aria ascoltando gli uccelli e galleggiando sul marciapiede verso la casa di Alessandro. Lui era andato a giocare calcio quella mattina ed io ero sicuro che tutto si fosse aggiustato. Quello stava per essere un bel pomeriggio e, con sua mamma al lavoro, avremmo potuto fare l?amore appassionatamente e lentamente fino a far gridare l'altro.Trovai la porta chiusa, suonai il campanello e la porta si aprì quasi subito. Alessandro comparve ma il mio sorriso si affievolì e rimasi a bocca aperta. Mi tolsi gli occhiali insicuro di quello che vedevo di fronte a me. Alessandro era là fermo, la sua bella faccia deturpata da un occhio nero e gonfio, un taglio sul labbro ed una contusione scura sulla sua fronte, quasi nascosta dai morbidi capelli. Mi bloccai a fissarlo, il pensiero della sua faccia battuta in quel modo mi spezzava il cuore. Alessandro mi guardò negli occhi, ma io non vidi l'amore a cui ero abituato, o la tristezza che avevo visto il giorno prima. Quella che vidi era rabbia.Mi afferrò un polso e mi tirò dentro. Chiuse la porta e senza una parola si diresse verso la sua camera. Lo seguii tentando di passargli davanti per guardare la sua faccia."C.. c... cosa è successo?" Balbettai."Mi prenderei a calci, guarda!" Gridò senza guardarmi."Come?... chi?... voglio dire... cos...." Non riuscivo a capire."Cristian... mi ha fatto inciampare durante la partita e mi ha accusato di averlo fatto inciampare apposta" Spiegò appoggiandosi al muro. Poi continuò con tensione nella voce: "Ho tentato di dire che mi spiaceva, che lui era il mio amico ed non gli avrei mai fatto una cosa del genere. Ma lui mi ha spinto e ha detto che io non ero il suo amico. Mi sono arrabbiato, l?ho spinto e lui mi ha colpito. Prima che Tom e Roby lo tirassero via mi aveva colpito almeno un migliaio di volte"Lacrime cominciarono a comparire nei suoi occhi e la sua voce divenne roca: "Ti avevo detto che non avrei dovuto andare ma tu mi hai spinto ad andarci" Disse: "Tu sei sempre così amichevole, tenti sempre di mettere pace fra chiunque, e così mi hanno conciato così!"Alessandro cominciò a piangere e scivolò lungo il muro fino a restare per terra. Mi inginocchiai vicino a lui e lo circondai con le mie braccia. Lui mi spinse via e fu come se mi si fosse conficcato un coltello nel cuore. Tutta la rabbia e l?odio nella voce e negli occhi sembrava non fossero indirizzati a Cristian ma a me. Non mi ero mai sentito così affranto in tutta la mia vita. Il ragazzo che amavo più di qualsiasi cosa, che aveva riempito il mio cuore di felicità e gioia, con cui avevo diviso il mio corpo e la mia anima, stava respingendo me ed il mio amore. Ero anche scioccato e avrei voluto piangere ma stavo solo seduto a fissare la sua faccia ferita rigata di lacrime e piena di confusione e rabbia."Forse non vale la pena di avere un ragazzo se i miei amici mi girano le spalle, se tutti mi odiano."Con un pugnale non avrebbe potuto farmi più male. La diga finalmente si ruppe e dai miei occhi sgorgarono le lacrime."Oh Alessandro, per favore non dirlo" Implorai: "Io ti amo più di qualsiasi cosa, più della mia stessa vita!"Alessandro si alzò dal pavimento, andò nella sua stanza e sbatté la porta dietro di sé. Mi chiudeva la porta in faccia! Pensai di star male. Mi faceva male il torace come se lui avesse lacerato qualche cosa dentro di me e mi avesse estratto il cuore. In qualche modo mi alzai, uscii e presi la strada di casa, anche se non mi ricordo il tragitto. Mia mamma ritornò a casa e mi trovò in ginocchio in bagno che vomitavo nel water.Naturalmente pensò che stessi male e cercò di confortarmi, ma io singhiozzavo e la cacciai via. Mi chiusi nella mia stanza e passai il resto del giorno sdraiato sul letto stordito. I rumori dell?estate entravano dalla finestra aperta ma io non li sentivo. Venne la notte e le voci dei bambini che giocavano furono sostituite dal canto dei grilli e delle rane, ma l?unica cosa che sentivo erano le parole di Alessandro che echeggiavano nella mia testa mentre lo vedevo sdraiato a terra indifeso davanti a Cristian lo colpiva. I miei occhi si riempirono di lacrime e scivolai nel sonno.
06-02-2021, at 11:17 PM
Alýntý
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