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Cena da amici II

 
Post #1


Cena da amici IIEra rimasta in disparte per tutta la sera, ma non perché si sentisse a disagio, semplicemente per scrutare gli altri e perché, in fin dei conti non pensava che i suoi aneddoti fossero così interessanti.Furono i primi ad andare via, Dario decise di andarsene e lei semplicemente lo seguì. Salutò tutti, erano stati gentili nonostante il disastro a tavola, andava via con un ricordo felice, ma soprattutto con una scoperta che continuava a lasciarle dentro dei tizzoni accesi di desiderio.L?aria in strada naturalmente era più fredda di quando erano arrivati ma sembrava non essere un fastidio stando sotto braccio al suo uomo, sentire come le stringeva la mano, esattamente come aveva fatto con il collo, con forza e fermezza. La strada deserta non la distrasse dalla fantasia mista al ricordo di ciò che era successo in bagno.Si fermarono a pochi passi dalla macchina, si girò verso di lui con un?espressione interrogativa ma prima ancora che riuscisse a chiedergli qualcosa la afferrò per il collo con estrema determinazione. Sentiva la mancanza di quella mano, l?aveva desiderata per tutta la sera, con la sua forza, la sua possessione eppure l?aveva stupita, come la prima volta. Spingendola e dirigendola a suo piacimento la fece indietreggiare fino a poggiarla contro un albero.?Non qui???Zitta ? e spingendole il collo forte contro l?albero le bloccò il respiro ? Lo so che ti piace!?Lui sapeva! Aveva capito tutto. Mentre la fissava, quando la teneva in posizione con le mani, quando la sentiva rispondere alle sue direttive? Aveva capito quanto a fondo era sceso e cosa aveva scoperto nel profondo del suo animo.Era arrivata al limite, le serviva un altro respiro, sbarrò gli occhi per farglielo capire e sapeva di esserci riuscita ma con un?espressione glaciale continuava a tenerla stretta. Sentiva le tempie battere, pensava di essere arrivata a limite dello svenimento quando d?improvviso l?aria gelida della notte le invase i polmoni mentre tossiva.La guardava mentre le consentiva di riprendere fiato ma non la lasciava, anche se più gentile, la presa al collo rimaneva comunque salda. Stava affogando in quello sguardo calmo, le sembrava che l?unica cosa da fare fosse rinunciare a tutto e semplicemente farsi trasportare.Un rumore lontano le ricordò di essere in strada, girò lo sguardo in quella direzione vedendo soltanto lampioni solitari ad illuminare l?asfalto. La mano sul collo la strinse con forza impedendole di deglutire.?Guarda me!?Dario le stava davanti, le sembrava più imponente che mai, solo lui nel suo campo visivo a guardarla dall?alto in basso, facendola sentire minuscola. Era fermo, senza la minima espressione, come se non le stesse bloccando il respiro, come se non stesse attentando alla sua vita. Le cadde la mandibola, annaspando per un po? d?aria, ma al di là di quella poca che le gelava la saliva in bocca, non riusciva a farne entrare. Oltre al pulsare delle tempie sentiva anche le labbra gonfie di sangue. Non la lasciava. Chiuse gli occhi, le lacrime le scesero calde sulle guance, afferrò il tronco a cui era poggiata. Aspettò. Si disperò aspettando. Il corpo cominciava a tremare. Lievemente, in gola, filtrava un minimo d?aria.?Calma? Respira??Quelle parole, quel tono, il calore di fronte a lei a contrasto con il legno freddo. Respirava lenta, come mentre si dorme, come se non ne avesse bisogno. In tutta la sua vita aveva sprecato moltissima aria, ora soltanto si accorgeva di quanta poca le era davvero necessaria.Aprì gli occhi, anche le lacrime erano ormai diventate fredde.?Bravissima??Gli sorrise, lui rimase impassibile, la guardava, le scrutava dentro, la toccava nel profondo. Sempre tenendola ferma con la mano destra al collo, le poggiò l?altra mano sulla coscia nuda, appena sotto l?orlo del vestito. Le dita fredde la fecero rabbrividire, ma quando le mosse verso l?alto capì cosa voleva fare?Non??le strinse con forza e forse anche con un po? di cattiveria la parte alta della gola bloccandole la seconda parola: ?qui?, se lo disse in mente, sperando che lui capisse.?Non hai capito, non sei tu a decidere cosa fare.?La sua voce così suadente non sembrava affatto avere detto una cosa del genere. Lentamente fece salire le dita tra le cosce calde, gliele bloccò stringendo le gambe ma le sorrise diabolicamente e le poggiò tutta la mano sulla coscia tornita e gliela strinse?Almeno reagisci un poco? mi annoio se ti comporti da bambolina??Quella mano forte che le strizzava la carne morbida la stava ghiacciando ma averla chiamata bambolina la stava facendo infuriare. Era sempre stata una donna indipendente, non aveva mai fatto la bambolina di nessuno! Le vide la voglia di rivincita negli occhi e di tutta risposta le strinse più forte il collo.?Forse non hai ancora ben capito. Non hai la minima possibilità contro di me. Faccio quello che voglio con il tuo corpo e con la tua mente.?Dicendo questo forzò la stretta delle gambe facendo avanzare la mano ancora più in alto tra le cosce. Un brivido le risalì la schiena ma le parole le avevano fatto tutt?altro effetto. Era così autoritario, così duro e lei così inerme, si sentiva sciogliere il basso ventre da un calore intenso, allargò le gambe non perché si era arresa ma perché aveva accettato il suo destino: quello di chi ha trovato la persona a cui affidarsi. Le rispose allentando la presa al collo e l?aria che respirava ora non le sembrava più così tanto fredda, anche la mano tra le cosce si era scaldata ed era molto più piacevole sentirla salire. Continuava a scrutarla dentro, si stava vergognando a lasciarlo fare ma i suoi occhi erano così magnetici che non riusciva a distogliere lo sguardo. Quando con un ultimo s**tto le toccò le mutandine le scappò un urletto di piacere. Si sarebbe aspettata una nuova stretta al collo per essere stata rumorosa ed invece gliela lasciò passare, accompagnata con un sorriso.Le dita cominciarono subito a massaggiarla da sopra la stoffa degli slip e ad ogni ciclo le sembrava che ansimando facesse uscire tutta l?aria dai polmoni.?Non pensavo fossi così tanto superstiziosa??La sua mente annebbiata dalla mancanza d?ossigeno e dall?eccitazione montante non afferrava il senso di quelle parole, le sorrise sardonico e continuò?? sono le tue mutande porta fortuna queste? Quelle rosse in pizzo che portavi la prima volta che mi ti sei concessa??e con un tempismo perfetto completò la frase con un colpo al clitoride. Anche se avesse potuto parlare sarebbe rimasta senza parole, nessuno sapeva di quella sua piccola paranoia ma lui le aveva scavato dentro abbastanza per capirlo e per prenderla in giro. La cosa la eccitava all?inverosimile. Non soltanto le controllava il corpo, sembrava davvero avere accesso completo anche della sua mente.Superando l?elastico le infilò la mano nelle mutandine, a diretto contatto con la pelle depilata con cura del suo sesso. Il medio le scivolò lungo tutta la fessura ed andò ad insediarsi dentro la figa calda, con estrema facilità.?Sei fradicia qui sotto.?Sì, lo sapeva, fin da quando erano in bagno che si sentiva sporca e per tutto il resto della serata era come se il suo corpo si stesse preparando per una penetrazione. Intanto continuava a masturbarla e sfruttando i sui stessi umori lubrificava quelle dita nodose e ruvide da uomo. I suoi respiri diventavano sempre più profondi, anche se non le stava più stringendo il collo le sembrava di non respirare abbastanza. Era schiacciata contro l?albero e sentiva le scaglie della corteccia marcarle la pelle.Un altro dito dentro e poi un altro, dovette allargare di più le gambe per dargli altro spazio, fosse dipeso da lei si sarebbe distesa gambe all?aria per aprirsi completamente. Anche lui cominciava a gemere e le riversava in faccia l?alito caldo, sentire uscire quel suono gutturale era tutto ciò che voleva. Cominciavano ad andare all?unisono.La mano che le circondava il sesso, con le dita che entravano ed uscivano, la scuoteva tutta, la forza che stava usando era strepitosa anche se finemente proporzionata per darle piacere. Il ritmo aumentò ed anche quello dei loro gemiti congiunti.Si stava avvicinando rapidamente all?orgasmo. Le strinse forte il collo, la lasciò senza fiato, si aggrappò all?albero come meglio poté per resistere alle spinta di quella mano tra le cosce. Aprì la bocca, come se dovesse urlare, si sentiva soltanto Dario gemere cavernoso, si sentiva esplodere, la mano continuava sempre più veloce. Sentì le gambe cedere e poi la sensazione di bagnato allargarsi tra le cosce.Le allentò la presa al collo e mentre riprendeva fiato con la bocca aperta le chiuse le labbra con le sue, dilungandosi in un bacio appassionato.Le girava la testa, non capiva più nulla, cercando di mantenere abbastanza forza nelle gambe per non cadere a terra, rimaneva poggiata all?albero. Senza dire una parola le sfilò la mano da dentro le mutandine dandole un ultimo brivido. Le stava davanti soddisfatto, era sicura di questo. Con nessuna cura si pulì la mano sinistra con la parte bassa del suo vestito che si andava sporcando ed inzuppando allo stesso modo delle mutandine.Con lo sguardo cercò la borsetta, era caduta ai suoi piedi, con lentezza si piegò e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette ed un accendino. Non che fosse una vera fumatrice ma certi momenti andavano assolutamente accompagnati con una buona boccata di fumo e questo era uno di quelli. Con le mani ancora scosse da tremolii provò ad accendere la sigaretta ma Dario gliela sfilò dalle labbra e la spezzò lasciandola cadere a terra.?Da oggi basta fumo.?Potete trovare gli altri miei racconti sulla mia pagina de "I racconti di Milu"
05-07-2021, at 10:57 PM
Alýntý
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