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quando i miei amici mi usavano come una ragazza

 
Post #1


quando i miei amici mi usavano come una ragazzaQuando andavo ancora a scuola avevo gambe non muscolose ma toniche. Ero magro. Erano in pratica gambe da ragazza. Il mio culetto non era grosso e nemmeno scavato. Era rotondo, praticamente il culetto di una ragazza. Il mio fisico era quello di una clessidra stretta. Questo grazie alla mia vita sottile. Era in pratica il giro vita di una ragazza. Portavo i capelli lunghi. Non ero effeminato, anzi, avevo anche varie ragazze, con cui riuscivo ad avere successo e con cui mi divertivo. Di qualcuna mi innamoravo.Però mi piaceva il cazzo e sognavo di prenderlo, soprattutto da alcuni amici dai quali volevo proprio essere posseduto. Chiuso nel mio bagno erano già diversi anni che indossavo collant e autoreggenti di mia sorella, e qualche suo vestito, o camicia da notte, o gonna. Mi accarezzavo guardandomi allo specchio e immaginando di essere toccata dai miei amici oppure di fare per loro uno spettacolino... Ho scritto "toccata", mi è già uscito il femminile. Sono proprio una puttanella.Pur mantenendo un aspetto pubblico ed una vita eterosessuali non c'era voluto molto perché i miei amici si accorsero della mia predisposizione alla passività nel sesso e soprattutto a volerlo dai maschi. Da loro.Era iniziato tutto facendo footing nel bosco con due di loro, sotto i calzoncini vedevano il mio culetto e cominciavano a fare battute erotiche "Che bel mandolino", "Se fossi una ragazza te lo mangerei", "Peccato che non sei una ragazza, con quel culo ti farei di sicuro", "Se stai girato e fai la voce acuta non si capisce... quasi quasi ti inculo".Ero un po' spaventato ma molto eccitato. Eppure in questa eccitazione non avevo erezione. Ad un certo punto mi allontanai per fare un po' di pipì. Fecero due battute: "Falla seduto però, che con quel culetto non puoi fare troppo il maschio", "Se ti seguo me lo dai?". Avrei voluto essere seguito e preso sotto le piante senza pietà. Il solo pensiero mi aveva fatto tirare il pene, prima di urinare dovetti masturbarmi, ero eccitatissimo, sborrai molto e molto lontano, su un cespuglio, guardavo lo sperma colare e avrei voluto che fosse di uno di loro. In quel caso lo avrei voluto tutto in bocca o nel culo. arrossii al pensiero o forse mi eccitai ancora di più. Non so perché ma durante la pipì volli verificare lo stato del mio buchetto, mi infilai mezza falange nel culetto e l'annusai. non aveva nessun odore e non si era sporcata. Inconsciamente volevo la sicurezza di avere il buco pulito, nel caso loro si fossero decisi a prendermi.Quando li vidi, belli, che mi aspettavano li trovai tanto boni da farmi battere il cuore forte e da volerli assolutamente, nei pochi metri che mi separavano da loro me ne immaginavo uno in culo e l'altro in bocca. contemporaneamente, mentre pronunciavano il mio nome che, scherzo del destino, è unisex, mi vedevo portarli all'eiaculazione. "dai Andrea, pompami" "Vengo Andrea", "Dai Andrea amore, muovi quel culo"... All'idea di voler essere chiamata amore mi vergognai tantissimo, diventai ancora più rossa... Ecco, sto ancora parlando al femminile. Arrivai da loro con la faccia che sentivo gonfia e calda, non volevo mi vedessero quindi ne approfittai per mettermi di spalle a loro sistemandomi i capelli. Inconsciamente e probabilmente perché ero una troia, dopo la pipì avevo arrotolato i pantaloncini già corti, portando a mostrare la riga delle natiche. Probabilmente mi trovarono eccitante, perché l'entusiasmo esplose "Cazzo ma sei sicuro di essere un maschio?" "Cazzo ma se sei bona!!" "Figa ma da qui sei una femmina!!!" io sempre di spalle ero al settimo cielo. Forse di più. Ci fu un attimo di silenzio e poi capii che era perché si stavano guardando avendo avuto la stessa intuizione: "Ma hai visto chi sembra?" "Cazzo è uguale!!"... un altro piccolo silenzio poi insieme, in coro, forte: "Monica!!!!!!!"Monica era una ragazza, la più bella della scuola probabilmente, sempre in tiro, sempre bella e curata. Ma se la tirava tanto, non la dava a nessuno. Aveva avuto un paio di ragazzi ma pare che fossero rimasti delusi dalla sua poca disponibilità sessuale. Essere paragonata a lei faceva del ragazzino eccitato, confuso e curioso che ero, una troietta vogliosa e pronta a tutto. "Si è mascherata! è lei" "Controlliamo!!" avevano detto gridando esaltatissimi. Mi furono addosso in un attimo. Io confusa e felice mi proteggevo il seno che non avevo più del resto. per la parte bassa mi limitavo a stringere le cosce sollevando il piede destro e portare il ginocchio verso sinistra. Le mani addosso mi fecero sborrare nelle mutande, infatti mentre mi abbassarono i pantaloncini e le mutande feci il possibile, riuscendoci, per pulirmi con lo sfregamento.Mi dovettero togliere anche le scarpe per fare passare i vestiti e nello sfilarmi dalle caviglie trascinarono via anche le calze. è una cosa che si può fare solo volontariamente quindi mi avevano voluta tutta nuda. Volevano nudi anche i miei piedi. Ero la femmina che desideravano. Non poteva resistere il mio sistema nervoso ed erotico: mi tirò di nuovo. Se ne accorsero ma erano eccitati quanto me. Volevano usare i loro sessi su di me, forse dentro me. Quindi non era il caso, per loro, di fare gli schizzinosi. Per fortuna uno dei due è sempre stato molto scaltro ed anche ora lo è. Mi disse: "Ti sei truccata benissimo anche la figa o hai un grilletto enorme?". Io sorrisi e lui ancora più scaltro mi ordinò: "sgrillettati". Mi segai in modo particolare. Tenendo la mano aperta, appoggiando il palmo al pene e con le dite andavo sullo scroto e sotto. Muovendo come per sgrillettarmi la figa mi masturbavo benissimo anche il mio coso. Farlo mi fece capire ancora di più di essere femmina. A loro piacque moltissimo. Si stavano togliendo pantaloncini e mutande eccitati come mandrilli. Io felice venni un'altra volta, senza sborrare quasi niente, avendolo fatto due volte in pochissimi minuti. Loro se ne accorsero e l'altro sentenziò: "senza sborra è femmina!" Lo scaltro concluse: "Monica, ti abbiamo scoperta, se vuoi che manteniamo il segreto facci godere".E così feci. Lo scaltro mi inculò per bene, l'altro venne subito dopo il primo colpo in culo, quindi glielo feci rifare e durò qualche minuto. Ovviamente lo scaltro, mentre toccava all'altro incularmi, forse perché aveva capito che lo volevo da morire o perché ne aveva bisogno, me lo aveva cacciato in bocca. Ero felice ed ebbi altri orgasmi senza stimolazione del grillettone. Uno dei momenti più belli fu quando lo scaltro, che pretese giustamente di scoparmi una seconda volta il culo, mentre mi prendeva ancora a pecora, distolse lo sguardo dal mio culo e da quello che stavo facendo con la bocca al cazzo dell'altro, per accorgersi delle contrazione delle mie dita dei piedi. Ovviamente era feticista, come me. Mi prese le dita e disse: "Che bei piedini!" incerto sul fatto che potesse essere una cosa apprezzabile o no, nuovamente si districò con scaltrezza: "Sentiamo che sapore hanno i piedini di Monica... o se puzzano". Mi girò a pancia in su, l'essere mossa a suo piacimento mi eccitò un'altra volta. dovetti interrompere momentaneamente il pompino all'altro che in realtà era una scopata in bocca. Lo scaltro passò da inginocchiato come un arciere a seduto sui suoi talloni, mi prese per i fianchi e mi tirò un po' in su, sulle sue gambe, per penetrarmi di nuovo. Entrò facilmente ma lo sentii e gemetti. Mentre lo facevo riallungavo la mano verso il cazzo dell'altro per prenderlo in bocca. Gli stava pulsando. Tra poco avrebbe sborrato. Lo scaltro con il cazzo tutto nel mio culo mi prese i piedini e se li portò alla bocca, li leccò e baciò e succhiò e leccò di nuovo. Io venni di nuovo gemendo forte e l'altro mi sborrò in bocca. Quando si staccò lo scaltro mi si buttò sopra alla missionaria, mi ordinò: "pulisciti". Non capii subito ma poi mi passai una mano sulla bocca e la faccia sborrata dall'altro. Una volta fatto mi ordinò di nuovo: "Fa vedere la bocca". Spalancai e tirai fuori la lingua dopo avere ingoiato le ultime gocce di sborra. Ero pulita quindi senza darmi il tempo di chiudere mi ficcò la lingua in bocca e mi baciò con avidità. Si staccò per dirmi: "Quanto sei figa Monica". Piangevo per la felicità mentre mi pompava il culo. Ansimando sempre di più si alzò di s**tto intimandomi: "Girati". Lo feci, si mise sopra con me a pancia in giù. Mi infilava di nuovo palpandomi forte le chiappe. Godevo come una troia. Si chinò per sborrarmi in culo. Sentivo il suo peso sul corpo, il suo cazzo in culo, il suo fiato sul collo, il suo sudore dappertutto. Sussurrai vergognandomi: "Ti amo". Lui: "Anche io Monica... quanto sei figa... e come scopi!!".Nei giorni seguenti ribadimmo tutti e tre che non doveva sapere niente in giro. Soprattutto, in privato io e lo scaltro cercavamo di smontare la confessione finale, soprattutto la mia... "sono cose che si dicono...", "E sì... quando si gode".Successe tantissime altre volte, tutti e tre insieme o io con uno di loro due. In quei casi l'escluso non sapeva niente.Per loro ero diventata Monica. Quasi solo in privato. Ma era una cosa destinata a non reggere, come segreto. Infatti a breve si diffuse questa somiglianza del suo culetto con il mio. Finché era solo quello non era un problema, Avere un lato B come quello di una ragazza, a quell'età, non significa nulla. Ero bisessuale a tutti gli effetti ma per tutti tranne loro due io ero etero. Fino a quando in mia assenza i discorsi erano andati oltre. Lo scaltro o l'altro non erano riusciti a tenere segreta la mia disponibilità sessuale con i ragazzi.Visto che quelli che mi chiesero conferma erano morbosamente interessati pensai che ammetterlo poteva aprire orizzonti ancora più piacevoli... e poi erano tutti e tre molto fighi. Lo ammisi.A breve molti dei pomeriggi della puttanella che ero e dei miei amici si svolgevano in casa di uno di loro, a seconda di quella che c'era libera. Il gioco consisteva nel portare da parte loro abiti ed accessori il più simili possibili a quelli che Monica aveva indossato quella mattina o di recente. Io indossavo e facevo un piccolo spettacolino che cercavo di modificare ogni volta. Per non annoiare i miei amatori. Alla fine, quello che aveva contribuito meglio al costume, per numero di capi e accessori o per qualità o altro, aveva diritto a scoparmi davanti agli altri. Ovviamente io ero Monica soprattutto di spalle, quindi per lo spettatore la posizione migliore era il riding. Io mi divertivo a cavalcare il ragazzo e ad essere guardata, lui godeva sotto la mia azione, loro si eccitavano, commentavano, suggerivano, ordinavano, si masturbavano. Ciò che li eccitava da matti era quando con la mia mano prendevo il cazzo del ragazzo e me lo guidavo nel culo. I più scurrili commenti li facevano io. io ero felice. Qualcuno invitavo a venire a mettermelo in bocca. C'è poco da fare, un cazzo in culo si accompagna meravigliosamente ad uno in bocca. Non raramente arrivava qualche sborrata da dietro, che mi schizzava di fianco o che sentivo addosso o sui capelli. Qualcuno veniva a sborrarmi sui piedi. Per loro, io Monica puttanella feticista, avevo un occhio di riguardo e quando avevo finito di cavalcare il prescelto mi concedevo loro.Questa è stata la nascita e la crescita di Monica
04-06-2021, at 11:49 PM
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