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Il contadino parte I

 
Post #1


Il contadino parte IAvevo 18 anni quando andai a vivere in un residence di periferia. Ero un ragazzo come tanti della mia età. Andavo a scuola, non avevo particolari grilli per la testa ed ero ancora assolutamente single nonché privo di qualsiasi esperienza sentimentale e sessuale. Non ci pensavo e non mi ponevo il problema, insomma. Mi dicevo che quando l?amore verrà verrà. Fisicamente ero alto circa 1,75 cm, carnagione chiara, senza peli ed ero un po? sovrappeso. Avevo un po' di ciccia qua e là specialmente sui fianchi e sul posteriore, al quale dava volume e morbidezza. Inoltre avevo due tettine piene, tonde e pronunciate che specialmente in estate, quando indossavo abiti leggeri, mi creavano un certo imbarazzo. Infatti i miei compagni di scuola più burloni mi prendevano in giro mettendoci le mani sopra come si potrebbe fare con una donna.Adiacente al residence dove sono andato ad abitare c'era un campo coltivato prevalentemente ad ortaggi. A coltivarlo era un contadino anziano dall'apparente età di circa 70 anni. Cominciava a lavorare al mattino presto e finiva intorno alle 17 del pomeriggio. Si chiamava Don Pietro. Il portiere del residence che lo conosceva mi informò che se interessato potevo acquistare direttamente da Don Pietro gli ortaggi coltivati nel campo. Bastava andarci direttamente e chiederglielo. Don Pietro si era sempre mostrato disponibile col vicinato ed inoltre faceva risparmiare qualcosa rispetto ai costi del mercato. Un pomeriggio alla prima occasione decisi di andarvi. Era estate, indossai velocemente un paio di pantaloncini corti, una maglietta leggera presi un po' di soldi e mi avviai verso il campo. Dopo pochi minuti, attraverso una piccola strada sterrata, arrivai al margine del terreno. Don Pietro era di spalle intento a raccogliere le verdure in mezzo al podere e non si accorse immediatamente di me. Per attirare la sua attenzione lo chiamai con voce alta: "Buongiorno, mi scusi, posso chiederle una cortesia?". Lui si girò, mi guardò, e con voce leggermente rauca e con evidente accento siciliano, rispose al mio saluto: "Buongiorno, arrivo subito ", e si avviò verso di me.Man mano che si avvicinava avevo modo di osservarlo meglio.Era un classico contadino di circa 70 anni, abbronzato dal sole, tarchiato, pochi capelli bianchi a corona sulla testa, spalle e braccia robuste piene di peli grigi, un?autorevole pancia da bevitore e due gambe tozze e robuste. Era vestito con dei pantaloni blu da lavoro, un paio dì stivali verdi in gomma, una vecchia e stretta canottiera bianca ormai ingiallita dall?uso ed un cappellino di paglia utile a proteggersi dal sole.Aveva un viso tondo e gioviale segnato dal tempo ed un paio di occhi vispi e profondi. La barba lunga di almeno un giorno gli dava sicuramente un aspetto trasandato ed un po' trascurato ma non gli stava male. Quando arrivò a me si tolse il cappello e si asciugò la fronte con un fazzoletto che estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni, accennò ad un sorriso e mi chiese come poteva essere utile. Andai immediatamente al dunque spiegandogli in pochissime parole il motivo perché ero lì. Don Pietro rispose che potevo acquistare solo un piccolo quantitativo per uso domestico degli ortaggi che coltivava perché il resto lo vendeva per altri canali commerciali. In quel momento aveva solo patate.Mentre parlava fui colpito dalle sue grosse mani. Mani da lavoratore ruvide e coperte da una leggera peluria grigia che narravano la sua storia. Accettai per le patate, e quindi mi disse di seguirlo verso un rustico in muratura ai margini del terreno in una zona isolata.Camminandogli accanto non potei fare a meno di sentire l?odore che esalava. Era un odore di uomo anziano un po? stantio, misto a sudore che emanava una sorta di dominio e forza. Ne fui catturato. Non mi era mai successo prima. Ne fui confuso e per la prima volta qualcosa s**ttò in me.Il rustico era una vecchia costruzione in pietra di circa 30 mq con una porta ed una finestra che all?ingresso aveva una grande tettoia in legno che faceva ombra. Facendomi l?occhiolino mi disse di aspettare lì qualche minuto facendomi accomodare su una vecchia sedia perché doveva fare un qualcosa di urgente prima. Si allontanò dietro uno degli angoli del rustico dove io non potessi vederlo e dopo qualche minuto tornò al mio cospetto armeggiando sulla patta dei suoi pantaloni. Era andato ad urinare. Appena di fronte a me si infilò la mano destra dentro le sue mutande e mise a posto i testicoli e tutto il resto. Io colto all?improvviso da quella scena ne fui preso tanto che senza rendermene conto sentii qualcosa muoversi nelle mie mutande. Ebbi un?erezione. Diventai rosso in viso e palesemente imbarazzato. Ma cosa mi stava succedendo? In fondo avevo di fronte un semplice e vecchio contadino panciuto e peloso che poco di attraente avrebbe dovuto avere. Ma poi, non sono gay e mai in passato ne avevo avuto delle avvisaglie sul genere. Mi sentii frastornato e sorpreso di me stesso. Non ero a conoscenza di questo mio genere di inclinazione.Don Pietro si accorse del mio imbarazzo e capì al volo la mia condizione. Fece finta di nulla e mi chiese se avessi premura di andare via. Io risposi di no e lui mi disse che me lo aveva chiesto perché aveva bisogno di darsi una veloce rinfres**tina. C?era una tinozza con dell?acqua pulita appoggiata al muro del rustico e Don Pietro toltasi la canottiera cominciò a sciacquarsi energicamente tutta la parte superiore del corpo.Io non riuscivo a distogliere gli occhi da lui. Guardavo imbambolato quel vecchio contadino buttarsi addosso quell?acqua fresca, passarsela sul collo, sulle grosse braccia, sulle ascelle e sulle tette carnose e cadenti e poi sul pancione peloso. Don Pietro mi osservava in sordina come se nulla fosse, cogliendo i segnali che lanciavo inconsciamente. Poi, prese un asciugamano appesa al sole, si diede un?asciugata sommaria ed a petto nudo venne a sedersi su una sedia di fronte a me. ?Allora ragazzo, cosa vuoi acquistare esattamente? Ma poi dimmi un pò, non ti ho mai visto da queste parti, potrei sapere qualcosa di te? Come ti chiami? Quanti anni hai? Bene o male conosco tutti qui intorno.? Teneva le gambe ben aperte, posizione che faceva mettere in mostra un rigonfiamento sul quale lanciavo rapide occhiate per non far scoprire la mia curiosità. Quando Don Pietro ad un certo si diede una energica palpatina in mezzo alle cosce come spesso fanno gli uomini quando hanno prurito, ed intravedendo una struttura generale dalle dimensioni di tutto rispetto, la mia erezione fu massima. Ero sconvolto perché non mi sarei aspettato che potesse accadermi una cosa del genere. Più guardavo quell?anziano contadino e più sentivo di perdere il controllo di me stesso. Ne ero totalmente sedotto. E lui se ne accorgeva.Deglutii e farfugliando un po? gli risposi. ?Mi chiamo Andrea, ho 18 anni ed abito qui vicino da pochi giorni. Mi ha detto di lei il portiere dello stabile.? ?Bene?, rispose ?piacere di conoscerti. Qui mi conoscono tutti come Don Pietro, ho 70 anni, sono vedovo da 5 anni, ho 2 figli sposati che vivono al nord, ed abito da solo in una casa ad un quarto d?ora di strada da qui?. Si alzò in piedi, si avvicinò a me e porse la mano per stringere la mia in segno di amicizia e conoscenza. Io più imbarazzato di prima allungai timidamente la mia. Lui la prese e me la strinse teneramente. Ebbi un fremito. Era una mano da contadino, callosa ma non troppo, ruvida, abbondante, calda ed accogliente. Don Pietro si accorse del mio imbarazzo e lanciando una rapida occhiata fra le mie gambe si accorse della mia erezione fra i leggeri pantaloncini corti che indossavo e gli scappo un lieve ridacchio.?Allora?, mi disse. ?Andiamo dentro e scegliamo le migliori?.Entrammo dentro quel rustico e lui mi indicò un angolo dove c?erano diverse cassette di patatepoggiate sul pavimento.Era una stanza di campagna disordinata, una sorta di magazzino dove lui teneva attrezzi di lavoro e cassette vuote o piene di ortaggi. C?era un vecchio tavolo di legno, un paio di sedie riciclate chissà dove ed un antico appendi abiti dove posava i suoi vestiti. La luce era debole. Dalla finestra non ne filtrava poca. La stanza era in penombra.Mi avvicinai alle cassette di patate, lui mi porse un sacchetto di plastica e mi disse di scegliere quelle che preferivo. Visto che come ho detto le cassette erano appoggiate sul pavimento dovetti abbassarmi a 90 gradi per prenderle ed iniziai a metterle dentro il sacchettino. Don Pietro di soppiatto andò verso la porta d?ingresso e la chiuse. Poi tornò verso di me e mi si posizionò alle mie spalle esattamente di fronte al mio fondo schiena.Io lì per lì non ci feci molto caso e continuavo a raccogliere le patate. Ma poi, lanciando un?occhiata verso Don Pietro mi accorsi che con una certa smania guardava insistentemente il mio culetto come per ammirarne le forme. Ad un certo punto si appoggiò a me, o meglio appoggiò il suo pacco fra le mie chiappe. Io ebbi un sussulto di sorpresa ed istintivamente mi raddrizzai di s**tto. Non me lo aspettavo. Sentivo chiaramente il suo pacco ed il calore che emanava sul mio culetto. Don Pietro mi prese per i fianchi, si avvicinò al mio orecchio e con voce calma e rassicurante mi sussurrò:? Tranquillo, non ti farò del male?. Sentivo chiaramente il suo pancione appoggiato dietro me ed il suo alito caldo sul mio viso che sapeva un po? di vino da taverna e tabacco. Non dissi nulla. Avevo capito le sue intenzioni. Ero frastornato, confuso ma la mia erezione era un fatto oggettivo. In un?istante la mia mente si pose mille interrogativi. Io ero un giovane dalla pelle chiara e morbida, glabro, ingenuo ed alla prima esperienza sessuale, e riuscivo poco a vedermi pomiciare con un vecchio e grasso contadino dai denti incolti dalla lingua spessa e polposa. Tutto di lui era molto anziano. Pensai al suo pene ed ai testicoli pelosi anche questi spessi e carnosi dall?odore intenso da vecchio. Riflettei sul fatto che probabilmente Don Pietro non prestasse molta attenzione all'igiene. Tutto il contrario di me. Io ero un maniaco della pulizia ed usavo spesso profumi e lozioni per il corpo.Non sapevo cosa fare! Se consideriamo inoltre che se i miei amici e familiari avessero saputo della tresca le conseguenze sarebbero state disastrose! Volendo sarei potuto fuggire a gambe levate e risolvere la questione in un battibaleno, ma? l?ormone e la piccola troia che era in me decisamente prevalse e decisi di restare lì. Un calore perverso mi saliva per la schiena. Non avevo mai provato tutto questo e volevo andare fino in fondo. Avevo bisogno di sapere chi ero veramente?Don Pietro intanto visto che non mi opponevo ai suoi strusciamenti vari, con le sue grandi braccia mi stringeva più forte a sé e mi riempiva il collo di baci languidi e bagnati di saliva. Il fatto che non gli mostrassi resistenza lo spinse a procedere con l'avance. Era tenero e forte nello stesso tempo.Quindi mi tolse la maglietta e mi disse di appoggiare le mani sulla parete di fronte così che il mio corpo fosse leggermente arcuato e rivolto con la schiena verso di lui. Io ubbidii ciecamente come un burattino. Sentivo di dovermi sottomettere ai suoi voleri. La cosa mi eccitava tantissimo e mi dava una scarica erotica celebrale mai provata. Il contatto con la sua pelle calda ed il suo pelo mi faceva impazzire. Mi massaggiava la schiena ed i fianchi andando su e giù fino a quando le sue grandi mani da contadino arrivarono alle mie tettine. Le manipolava ed impastava con sapienza e sensualità, sussurrando parole che non capivo bene. Era evidente che gli piacevano. Le mie tette erano belle grosse, tonde e morbide quasi come quelle di una donna. Io trasalii. Poi con il suo bacino cominciò a spingersi ritmicamente nel mio culetto mimando una scopata. Potevo sentire chiaramente che aveva avuto un?erezione anche lui.Ad un certo punto mise la sua mano destra dentro le sue mutande, si massaggiò vigorosamente il pacco in maniera tale che la sua mano si impregnasse dell?odore che c?era dentro, la tirò fuori e me la mise sotto il naso affinché ne sentissi l?odore. Lo percepii immediatamente. Era un odore forte di cappella, urina misto a sperma secco e sudore, quasi disgustoso ma più l?annusavo più mi eccitavo. Don Pietro a questo punto me la passò sulle labbra e poi spinse l?indice ed il medio verso la bocca per entrarci dentro. Io feci un po? di resistenza ma poi lui insistendo mi disse ?Apri la boccuccia, bambolina, succhia e gustane il sapore?. Letteralmente sottomesso cerebralmente a quel vecchio contadino feci come mi ordinò e così accolsi le sue grandi dita ruvide unte dei suoi umori dentro la mia bocca e timidamente comincia a succhiare. Comincia ad accorgermi che la mia volontà era pressoché soppressa. Quell?uomo mi aveva in suo potere, mi comandava come un sottomesso ed a me piaceva.Le sue dita avevano un sapore dolciastro ed un po? rancido nello stesso tempo. Lui sapientemente le girava e rigirava sulla mia lingua bagnata di saliva e continuava a palparmi dappertutto come un toro s**tenato. Probabilmente non faceva sesso da diverso tempo e lo desiderava molto. Era notevolmente infoiato, sudato ed un po? ansimante. I nostri umori si mescolavano diventando tutt?uno. Poi tirò fuori le sue 2 dita dalla mia bocca, vi sputò sopra e le rimise ancora dentro la mia bocca facendomi assaporare il suo sputo. Io continuai a succhiare sempre più forte non potendo fare a meno di inghiottire la sua saliva che mi diede un ulteriore brivido. Poi cominciò a fare entra ed esci simulando un pompino. Ero fuori di me tanto che dopo un paio di minuti eiaculai abbondantemente senza neanche toccarmi.Lui se ne accorse ed a questo punto si fermò.Mi prese per le spalle, mi girò mettendomi di fronte, mi guardò negli occhi e dandomi uno paio di schiaffetti sulla guancia destra mi disse:? Bravo, ti sei comportato bene! Sei proprio un bravo ragazzo?. Poi aggiunse: ?Adesso vai, è tardi?. Io rosso in viso come un pomodoro, quasi nel pallone, senza dir nulla mi rivestii, presi il mio sacchetto di patate e corsi via velocemente verso casa.
06-25-2021, at 01:51 AM
Alıntı
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